HomeOrganizzazioneLa Staffetta: passaggio generazionale, genitori e figli

La Staffetta: passaggio generazionale, genitori e figli
L

Non siamo tutti Atleti Olimpionici

Anche i migliori sprinters olimpionici per vincere la gara di staffetta hanno bisogno di un “cambio perfetto”. Le gambe scattano e si distendono in avanti mentre il braccio è rivolto all’indietro per ricevere il testimone. Movimenti tecnici provati e riprovati per una progressione che ha solo un obiettivo: non sprecare neanche un centesimo di secondo e puntare dritti al traguardo.

Le aziende sono molto più complicate e normalmente il passaggio del testimone è molto più impegnativo, quando avviene. Da un lato i Genitori con il loro ruolo-guida a cercare di trasferire le loro esperienze e le loro convinzioni, dall’altro i Figli con la loro voglia di innovare, sperimentare e di mettere a frutto quanto acquisito all’università, ai masters, ai corsi d’aggiornamento. Magari fosse solo un confronto di contenuti e di scelte!

Passaggio generazionale e Cambio generazionale sono due cose diverse

Innanzitutto preferiamo parlare di “passaggio” piuttosto che di “cambio generazionale” perché il passaggio imprime il senso della transizione e dell’evoluzione, mentre il cambio indica una modifica più profonda rispetto alla fase precedente, una specie di giro di boa più brusco che potrebbe generare degli effetti conflittuali sia nelle scelte direzionali che nell’equilibrio dell’organizzazione aziendale.

Quando le soft skills non sono per niente SOFT          

Leadership, aspetti emozionali, ruoli familiari e dinamiche interpersonali costituiscono spesso i veri fattori in gioco. Di questo è sempre necessario tener conto ogni volta che s’interviene dall’esterno come team a sostegno dell’azienda, perché è sempre opportuno modellare un programma d’intervento partendo dalle caratteristiche, sempre uniche, che hanno i diversi personaggi in campo, non solo quelli che hanno dei ruoli chiave ma anche quelli che svolgono funzioni secondarie o di supporto alla direzione. Ciò che conta ogni volta che si parla di leadership, infatti, è l’interazione di gruppo e come agiscono i singoli verso il conseguimento degli obiettivi. Perché la forza di un team deve sempre essere maggiore della somma delle forze dei singoli e rinforzare gli anelli più deboli dà maggior forza a tutta la catena.

Il conflitto è prevedibile, usa le stesse parole, “te l’avevo detto, io” è il suo mantra !

La dinamica più comune è il conflitto fra le classiche due posizioni: 1) “le tue idee sono vecchie e i tuoi ragionamenti sono sempre gli stessi” quasi sempre contrapposta all’affermazione della controparte senior “Non hai ancora l’esperienza e devi farti le ossa. Poi un giorno mi darai ragione …”.  Il confronto fra queste due posizioni così antagoniste non porta l’azienda ad evolversi in modo armonico, anzi spesso porta ad avere una gestione “a strappi”, con molte fasi punteggiate da una parte e dall’altra con la classica frase “te l’avevo detto, io”.

Le 3 fasi per mettersi al lavoro

Ogni intervento di management che deve affrontare il passaggio generazionale ha tre polarizzazioni:

1. il programma-guida che l’azienda deve realizzare per conseguire i suoi obiettivi;

2. fornire alla vecchia guardia un “cruscotto” per il controllo di tutte le fasi da realizzare;

3. dotare i giovani dell’azienda di strumenti operativi concreti attraverso un affiancamento con managers esterni con funzione di coach per attivare il programma e per controllarlo fase per fase in modo da poter agire i correttivi necessari.

In questo modo si abbassano notevolmente le soglie di rischio, l’azienda e le giovani leve crescono progressivamente applicando in modo diretto e concreto le tecniche di management più appropriate alla realtà della propria struttura e delle risorse a disposizione. In sostanza si fa meno teoria e più concretezza, ma soprattutto ci si dota di un impianto che trasferisce sicurezza ai giovani e ai seniors, coinvolgendo anche loro in tutte le fasi più importanti.

L’obiettivo di questa metodologia è di canalizzare le due ricchezze che l’azienda ha, cioè l’esperienza e la storia da un lato e la spinta al cambiamento attraverso gli aggiornamenti nelle tecniche manageriali dall’altra. Con questi forti presupposti è più facile realizzare un processo di crescita condiviso a tutti i livelli dell’organizzazione.  Perché ogni volta che si evolvono i due fattori aziendali più critici – le persone che ci lavorano e le loro metodologie di lavoro – si genera in modo assolutamente naturale la più logica delle conseguenze: la crescita aziendale, vista non solo dal punto di vista del fatturato ma anche dal consolidamento della cultura aziendale.

Mostrami la tua Azienda, ti presto i miei occhi

Per disegnare un programma d’intervento contenuto nei tempi e nei costi di realizzazione è sempre necessario partire da un check per focalizzare tutte le principali caratteristiche delle risorse dell’azienda a qualsiasi livello. Spesso questa fase svolta da uno sguardo esterno rende l’analisi più efficace perché scevra da punti di vista precostituiti. Tuttavia noi partiamo sempre da un presupposto: tutto quello che c’è da fare è già in Azienda. E’ lì che alza gli occhi al cielo, impaziente di farsi scoprire!

Storie vere prima ancora che storie di successo

Il management svolto da persone di famiglia ed un armonico passaggio generazionale è una straordinaria opportunità che ha rappresentato un punto di forza in tantissime storie di successo dell’imprenditoria italiana, sia nelle grandi che nelle piccole e medie imprese, purché sia un’esperienza arricchita da tecniche e metodologie che rappresentino al tempo stesso uno stimolo per chi ne è coinvolto ed una occasione per focalizzare e condividere i migliori itinerari da seguire.        

Parlane con noi